Di Stefania Alfieri e Angelica Fichera
Nascerà a Vittoria l’associazione “Bosco Amico” a salvaguardia di tartufi e fungaie
Da anni negli Iblei Michele Carnemolla e Luna cercano tra i monti tartufi che fanno della nostra terra una grande ricchezza. Il micologo Michele Carnemolla racconta con entusiasmo un’attività che da tempo lo accompagna e lo appassiona. Nascerà a Vittoria l’associazione “Bosco Amico”. Carnemolla mira, infatti, a coinvolgere cittadini, territorio e soprattutto i più piccoli per diffondere la cultura del tartufo e portare avanti la salvaguardia delle fungaie iblee.
Come sei diventato un cercatore di tartufi?
“La mia passione risale alle passeggiate fatte in cerca di funghi con mio padre e mio nonno -dice Michele Carnemolla-, ma l’evento determinante per la mia formazione in merito sono state le informazioni apprese mentre leggevo un libro di storia micologica. Le fonti attestano che il primo ‘vero’ ritrovamento avvenne nel 1845 quando i signori Taranto e Gerbino nel loro Catalogum plantarum in Agro Xieronensis (Caltagirone), testimoniarono della scoperta del tartufo del genere Tuber aestivum. Nel 1869, il prof. Inzenga inciampò in un vaso che conteneva alberelli di quercia all’interno dell’orto botanico di Palermo, il vaso si ruppe e rotolarono due palle nere che in seguito furono identificate come tartufi del genere Tuber aestivum. Furono queste letture che non solo mi appassoionarono ma mi fecero venire la voglia di studiare le varietà dei funghi ipogei, le simbosi con gli alberi, la varietà dei tipi di terreno, diplomandomi nel novembre del 2015 presso la scuola Micologica Siciliana. Successivamente, presi con me un cane di razza, nello specifico presi un lagotto romagnolo che chiamai Luna, addestrandola da solo”.
Come si addestrano i cani?
“La mia esperienza di addestramento con Luna ha visto una fase inizale basata sul gioco, nascondevo i tartufi tra i cespugli e con il passare dei mesi, iniziai a metterli sotto terra a diversi centimetri, premiandola ad ogni tartufo trovato, fino ad arrivare ad un anno dall’addestramento, a riuscire a trovare i tartufi spontanei del bosco. -Continua Michele entusiasta- Siamo una coppia infallibile, abbiamo raggiunto ottimi risultati”.
Dove si trovano i tartufi?

Tartufo nero degli Iblei
“I luoghi dei ritrovamenti sono, ovviamente, segreti, -sorride Michele- sono molti quelli presenti sui monti iblei, il nero e il bianchetto, raccolti entrambi utilizzando il vanghetto, un attrezzo in acciaio appuntito e con manico in legno”.
Tra i due qual è il più pregiato? Quali le sue caratteristiche?

Bianchetto degli Iblei
“Il tartufo di maggior pregio fra i due è il Tuber borchii Vitt. (comunemente chiamato bianchetto) si rinviene da febbraio ad aprile. La scorza ha una superficie piuttosto liscia di colore bianco scuro che a seconda del grado di maturazione e del terreno dove viene raccolto può diventare arancio scuro; la polpa, detta gleba, è di colore ocra-pallido, con venature bianche. Il profumo è dapprima gradevole, poi forte ed acuto”.
Hai in mente progetti per il futuro a riguardo?
“Sto per fondare un’associazione micologica e naturalistica che si chiamerà ‘Bosco Amico’ che avrà sede a Vittoria perché il mio obiettivo in quanto micologo è quello di diffonfere la cultura del tartufo nel territorio, coinvolgendo anche e sopratutto i più piccoli, e riqualificare le serre orticole in fungaie redditizie”.
Michele Carnemolla e Luna
-
Michele e Luna in cerca di tatufi
Riassunto
Da anni negli Iblei Michele Carnemolla e Luna cercano tra i monti tartufi che fanno della nostra terra una grande ricchezza. Il micologo Michele Carnemolla racconta con entusiasmo un'attività che da tempo lo accompagna e lo appassiona. Nascerà a Vittoria l'associazione "Bosco Amico". Carnemolla mira, infatti, a coinvolgere cittadini, territorio e soprattutto i più piccoli per diffondere la cultura del tartufo e portare avanti la salvaguardia delle fungaie iblee.
Lascia un commento